...é dal 1923 che i nostri segnali si propagano nell’etere!
Prefazione
...da
quando
sono
diventato
socio
e
radioamatore
avevo
la
curiosità
di
conoscere
la
storia
e
quant’altro
riguardasse
la
“nostra
sezione”,
nel
corso
degli
anni
e
nelle
occasioni
di
incontri
in
sezione
con
le
“memorie
storiche”
(soci
prima
del
1940)
della
sezione
non
ne
ho
avute
molte,
e
nelle
richieste
di
informazioni
le
risposte
non
sempre
erano
chiare
con
la
possibilità
magari
di
verificarle,
mi
sono
ripromesso
così
che
con
il
tempo
avrei
avuto
modo
di
raccogliere
altri
dati
per
metterli
a
disposizione dei soci. Credo che tutti noi nel nostro intimo ad un certo punto della vita abbiamo voluto sapere e/o conoscere le nostre origini!
Dedico
agli
“Arini”
e
ai
soci
della
Sezione
ARI
di
Trieste,
assieme
agli
ex
soci
e
a
tutti
i
visitatori
di
queste
pagine
web
radioamatori,
o
semplici
radio
appassionati
,
la
mia
ricostruzione
affinché
abbiano
l’opportunità
di
venire
a
conoscenza
della
storia
e
delle
vicissitudini
di
questo
sodalizio
con
i
problemi
dei
quali
essi
hanno
dovuto
confrontarsi
e
condividere
nei
primi
anni
della
nascita
e
successivamente
nel
corso
della
II
guerra
mondiale
come
pure
nell’immediato
dopo
guerra.
Nel
racconto
io
partirò
dall’anno
1923
e
proseguirò
fermandomi
alla
metà
degli
anni
‘50,
anche
per
far
conoscere
come
i
radioamatori
di
questa
città
siano
stati
penalizzati
non
potendo
usufruire
delle
frequenze
per
le
varie
sperimentazioni
di
studio
della
radio
stessa,
questo
dovuto
a
tutte
le
peripezie
di
Trieste
dopo
l’ultimo
conflitto.
I
primi
20
anni
sono
stati
difficili
da
ricostruire,
ma
dopo
aver
esaminato
diverse
documentazioni
dell’archivio
ed
essere
venuto
in
possesso
di
altro
materiale
che
riguardava
il
passato
dei
radioamatori
della
sezione
A.D.R.I.
e
poi
A.R.I.
di
Trieste,
ritengo
soddisfacente
il
risultato
raggiunto,
infine
quanto
da
me
raccolto
è
stato
approvato
dal
direttivo (2013/15) affinché sia reso pubblico in queste pagine.
Per
concludere;
a
mio
parere
posso
dire
che
nella
vita
associativa
poco
o
nulla
è
cambiato
nel
tempo,
oggi
a
quasi
un
secolo
di
distanza
i
problemi
sono
molto
simili
a
quelli
di
allora,
l’unica
cosa
cambiata
di
certo
in
questi
cent’anni
sono
le
nostre
apparecchiature,
grandissime
e
di
diversi
chilogrammi
allora,
alle
piccolissime
di
pochi
centimetri quadrati e pochi grammi di oggi, come similmente purtroppo anche i nostri cuori.
Trieste, 14 luglio 2015
Luigi Popovic - IV3KAS ©
il nostro inizio...
Agli
inizi
del
primo
900
ci
vennero
dati
diversi
appellativi
per
cui
quelli
che
oggi
vengono
chiamati
radioamatori,
all’inizio
erano
radio
sperimentatori,
poi
radio
appassionati,
ma
soltanto
dopo
la
fine
della
2ª
guerra
mondiale,
la
categoria
venne
chiamata
"RADIANTI",
e
in
tempi
più recenti radioamatori.
Purtroppo
in
Italia
dopo
l'invenzione
di
Marconi
non
fu
possibile
trasmettere
da
parte
degli
sperimentatori,
in
quanto
questo
"privilegio"
era
concesso
solamente
ai
militari
ed
alle
poste
e
telegrafi,
addirittura
nei
primi
anni
non
era
permesso
nemmeno
ricevere,
visto
che
le
trasmissioni
erano
segrete
e
quindi
l'ascolto
era
assolutamente
vietato!
Solamente
nel
1913
furono
concesse
le
prime
autorizzazioni
ad
installare
le
prime
antenne
per
la
ricezione,
ma
questa
parentesi
durò
pochissimo
tempo
solamente
tre
mesi,
purtroppo alle porte c'era già l'aria della grande guerra!
Alcuni
anni
dopo,
alla
fine
del
primo
conflitto,
nel
1921
in
Europa
iniziarono
ad
essere
attive
le
prime
Broadcasting,
con
questo
evento
europeo
immediatamente
dopo,
in
Italia
furono
stabilite
da
parte
dello
stato
le
regole
per
chi
voleva
possedere
i
primi
ricevitori
e
fare
i
primi
ascolti,
nel
frattempo
iniziavano
a
formarsi
i
primi
Radio
Club
nell'attesa
che
giungesse
ai
dilettanti
la
concessione
per
trasmettere.
In
Italia
i
primi
radiodilettanti
a
ricevere
la
concessione
a
trasmettere
furono
Giulio
Salom
il
1
dicembre
1923
con
il
nominativo
i1MT
e
successivamente
il
15
gennaio
1924
a
Venezia
Adriano
Ducati
i1ACD,
che
il
25
gennaio
1924
collegò
per
la
prima
volta
una
stazione
degli
Stati
Uniti
U1MO
con
un'apparecchiatura
da
lui
auto
costruita
con
una
potenza
di
100
watt
e
sui
112
metri,
(Adriano
Ducati
e
suo
fratello
Bruno
frequentavano
l’istituto
tecnico
Oberdan
di
Trieste
poiché
il
padre funzionario governativo lavorava a Trieste)
.
1923
-
Un
Radio
Club
a
Trieste,
così
iniziava
un
breve
articolo
sul
Radio
Giornale
numero
1
del
1924
a
pag.
24
e
proseguiva:
“
Da
Trieste
riceviamo
notizia
che
è
stato
fondato
un
Radio
Club
con
intendimenti
eguali ai confratelli nazionali e d’oltralpe e già forte di 150 soci.”
Ecco
l’elenco
della
nuova
direzione:
Presidente
Avv.
G.
Mecozzi;
vice-
pres.
A.
Tinta;
segretario
M.
Martelli;
cassiere
Pilade
Basilio;
Direttori
Zorzenoni, Canz, Pelizzon, dott. Luzzatto, prof. Furlani, ing. Sornig.
Aprile
1924
una
mostra
della
Radio
a
Trieste,
da
poco
costituitosi
il
Radio
Club
organizzava
un
esposizione
di
radiotelegrafia
sia
dei
dilettanti
che
dell’industria,
allo
scopo
di
far
diffondere
e
conoscere
la
radiotecnica.
Per
l’occasione
venne
istituita
una
speciale
commissione
che
aveva
lo
scopo
di
controllare
il
perfetto
funzionamento
degli
apparecchi
e
verificare
se
erano
completi
degli
schemi,
inoltre
gli
organizzatori
registravano
tutti
gli
apparecchi
presenti
con
le
principali
caratteristiche.
In
seguito
alcuni
soci
in
più
occasioni
hanno
collaborato
con il Radio Giornale, inviando articoli e progetti vari.
Erano
già
molti
nel
1924
i
soci
della
sezione
triestina
che
aderirono
alla
neo
costituita
A.D.R.I.
Associazione
Dilettanti
Radiotecnici
Italiani
con
sede
a
Milano,
in
seguito
nel
1926
l’A.D.R.I.
si
fondeva
con
R.C.N.I.
Radio
Club
Nazionale
Italiano
che
aveva
come
presidente
onorario
il
Sen.
Guglielmo
Marconi,
così
da
questa
fusione
il
1
gennaio
1927
nasceva
l’A.R.I.
Associazione
Radiotecnica
Italiana
e
con
la
fusione
delle
due
associazioni
il
Radio
Giornale
diviene
l’organo
ufficiale
dell’A.R.I.,
da
ricordare
che
Guido
Nardini
i1DI
socio
del
Radio
Club
di
Trieste
è
stato
un
“socio
fondatore”
dell’A.R.I..
Il
delegato
provinciale
della
sezione
di
Trieste
fu
Forti
Carlo
i1FC
e
alcuni
mesi
dopo
lo
sostituiva
i1DI
Guido
Nardini,
lo
scopo
di
queste
nomine
era
anche
quello
di
coordinare
le
varie
attività
dei
“radianti
triestini”
,
di
curare
gli
interessi
dei
soci
tramite
la
A.R.I.
nazionale
e
il
Governo
per
il
rilascio
di
nuove
licenze,
oltre
che
per
aumentare
la
cultura
scientifica
dei
soci
sulle
varie
attività
radiantistiche
di
ogni
angolo della terra.
Nei
nostri
archivi
la
documentazione
della
vita
associativa
che
va
dalla
sua
nascita
nel
1923
al
1943,di
questo
periodo
purtroppo
si
sono
perse
le
tracce
del
radiantismo
triestino
(magari
forse
a
casa
di
qualche
erede
si
troverà
ancora
qualcosa,
ma
i
nuovi
proprietari
probabilmente
non
sono
a
conoscenza
del
“valore
storico”
di
questi
documenti).
Purtroppo
la
gran
parte
di
questa
“perdita”
è
dovuta
agli
avvenimenti
accaduti
dopo
l’8
settembre
del
1943,
immediatamente
dopo
questa
data
l’A.R.I.
nazionale
sospese
tutte
le
sue
attività
compresa
la
pubblicazione
del
”Il
Radio
Giornale”,
il
presidente
i1RG
Montù
per
sfuggire
ai
bombardamenti
si
trasferì
sul
lago
di
Como,
ma
anche
per
sottrarsi
alla
polizia
tedesca,
che
era
molto
“esigente”
e
che
lo
perseguitava
in
quanto
loro
volevano
che
venissero
consegnati
gli
elenchi
di
tutti
i
soci,
prevedendo
tutto
ciò
egli
li
anticipava
bruciando
tutta
la
documentazione
dei
Soci
A.R.I.
e
la
stessa
cosa
provvedevano
a
fare
le altre sezioni in Italia.
Dopo
i
gravi
decisivi
eventi
la
sezione
A.R.I.
di
Trieste
il
10
dicembre
1945
rivide
nuovamente
la
luce,
nelle
pagine
del
“Il
Radio
Giornale”
nel
N°
1
di
gennaio/febbraio
1946
nella
rubrica
“Dalle
Sezioni”scriveva così:
TRIESTE
~
Il
10
dicembre
1945
si
sono
riuniti
21
soci
della
ARI
i
quali
hanno
deciso
la
costituzione
di
una
Sezione
Triestina
della
ARI.
A
Presidente
della Sezione è stato eletto il sig. Walter Horn i1MK.
Come
illustrato
(vedi
qui
sopra)
nell’editoriale
nel
Radio
Giornale
1/1946;
Walter
Hom
(Trieste.)
che
per
aver
diretto
un
movimento
insurrezionale
giuliano
da
cui
originò
l'E.C.I.A.C.,
fu
arrestato
e
deferito
al
Tribunale
Speciale,
internato
all’
Aquila,
ed
inviato
poi
ad
una
compagnia
di
disciplina
in
Grecia
da
cui
evase
per
arruolarsi
nell'Ellas,
poi
catturato
dai
Tedeschi
nel
1944
e
internato
nel
KZ-Lager
Mauthaus.
Dopo
la
guerra
insegnò
presso
l’istituto
A.
Volta
a
Trieste,
collaborò
anche
con
il
QST,
uno
dei
suoi
articoli
“A
High-Precision
Permeability-Tuned VFO”, QST July 1964.
Un’altro
socio
da
ricordare
è
Paolo
Padovani
i1MJ
già
delegato
provinciale
dell’A.R.I.
per
la
sezione
di
Trieste
prima
dello
scoppio
della
II
guerra
mondiale,
sempre
sullo
stesso
numero
ricordava
così:
Paolo
Padovani
che
fece
funzionare
una
radiostazione
clandestina
a
Roma
per
i collegamenti col Sud e con le bande del Lazio.
Nel
numero
3/1946
del
“Radio
Giornale”
scriveva:
Il
consocio
Ten.
Villi
Claudio
della
Sezione
Trieste,
comandante
di
un
reparto
indiano
dell'VIII
Armata
nella
campagna
d’Italia,
è
stato
in
questi
giorni
proposto per la Medaglia d'oro al Valor Militare, per meriti di guerra.
Come
andava
a
Trieste
;
la
situazione
radiantistica
in
Italia
in
qualche
modo
andava
normalizzandosi
e
il
Governo
Italiano
su
pressioni
dell’A.R.I.
nazionale
era
intenzionato
a
dare
delle
licenze
provvisorie,
ma
nel
1°
Congresso
A.R.I.
del
dopo
guerra,
avvenuto
il
20-21
settembre
1946
dove
era
presente
anche
la
sezione
di
Trieste
con
il
presidente
e
altri
tre
rappresentanti,
Horn,
Nardini,
Camauli
e
Ortensio,
nel
O.d.G.
c’era
il
punto
delle
licenze
provvisorie,
ma
l’assemblea
dava
un
voto
contrario
a
questa
possibilità,
pertanto
venne
deliberato
di
attendere
l’uscita
del
decreto
ministeriale
definitivo.
Alcuni
mesi
dopo
le
prime
licenze
venivano
ripristinate,
e
in
mancanza
di
documentazioni
come
già
indicato
sopra
il
ministero
consegnava
una
cinquantina
di
licenze
in
parti
eguali
tra
i
soci
delle
due
associazioni,
A.R.I. e R.C.I. le quali in qualche modo fungevano anche da “garanti”.
A
Trieste
purtroppo
la
situazione
era
ben
diversa
e
le
decisioni
prese
in
Italia
sul
tema
delle
licenze
radioamatoriali
non
toccava
minimamente
i
radianti
triestini,
in
quanto
l’interlocutore
per
Trieste
era
esclusivamente
il
G.M.A.
Governo
Militare
Alleato.
Nei
confronti
degli
O.M
triestini
vi
erano
continue
perquisizioni
e
varie
restrizioni,
il
30
novembre
1946
arrivava
da
parte
del
Governo
Militare
Alleato
il
divieto
dell’esercizio
di
tutte
le
radio-stazioni
dilettantistiche
nella
Venezia
Giulia,
purtroppo
a
nulla
valsero
i
continui
contatti
con
l’A.I.S.
e
G.M.A.
da
parte
del
presidente
Horn
i1MK
e
del
segretario
Candussi
i1ML
portando
a
casa
scarsissimi
risultati,
il
6
dicembre
1946
ambedue
davano
le
dimissioni
dalle
loro
cariche
e
sottolineavano:
“Rimaniamo
tuttavia
soci
indipendenti
dell’A.R.I.,
alla
quale
ci
sentiamo
da
molti
anni legati, e ci auguriamo che questa situazione migliori... ecc.”.
Comunque
continuavano
con
grande
fatica
i
colloqui
con
il
responsabile
delle
telecomunicazioni
il
“Major
Hayward”
–
T
e
l
e
c
o
m
m
u
n
i
c
a
t
i
o
n
s
Office
A.M.G.
Trieste,
e
in
aprile
del
1947
la
sezione
di
Trieste
stilava
uno
schema
di
regolamento
per
la
concessione
di
licenze
radiantistiche
e
le
presentava
agli
uffici
del
G.M.A..
Dopo
2
anni
di
interminabili
trattative
con
il
Governo
Militare
Alleato,
finalmente
a
maggio
del
1948
erano
arrivate
le
prime
9
a
u
t
o
r
i
z
z
a
z
i
o
n
i
provvisorie
(da
notare
che
questi
soci
avevano
già
precedentemente
la
licenza
italiana),
nel
contempo
all’interno
della
sezione
si
costituiva
anche
su
invito
delle
autorità
delle
Telecomunicazioni
del
Governo
Militare
Alleato,
il
“GRUPPO
RADIANTI
TRIESTINI”,
così
da
agevolare
le
nuove
autorizzazioni
lo
statuto
e
il
regolamento
venivano
presentati
a
meta
agosto
ai
soci,
lo
scopo
della
nascita
di
questo
gruppo
era
anche
quello
di
contrastare
l’iniziativa
di
un
gruppo
di
dissidenti
locali,
cioè
A.R.A.T.
Associazione
Radio
Amatori
Triestini.
Ad
ogni
modo
le
licenze
erano
provvisorie
ed
avevano
la
durata
di
un
mese
rinnovabili,
autorizzato
a
ritirarle
presso
l’ufficio
preposto
del
G.M.A.
era
solamente
un
socio
della
sezione
indicato
e
delegato
dal
presidente
della
sezione ARI di Trieste/Gruppo Radianti Triestini.
Dal16
al
30
settembre
1948
la
sezione
ha
partecipato
presso
la
stazione
marittima
alla
“Fiera
Internazionale
di
Trieste”
nello
stand
denominato
“Stand
ARI”
ospitati
negli
spazio
del
negozio
triestino
“Radio
Sponza”
laddove
il
proprietario
era
socio
della
sezione,
in
questo
stand
c’erano
progetti
dei
soci
della
sezione,
auto-
costruzioni,
trasmettitori,
VFO,
ricevitori
ed
altro.
Al
castello
di
San
Giusto
veniva
installato
un
ripetitore
di
20
watt
a
59,320
MHz
controllato
a
cristallo
e
lo
scopo
di
questo
ripetitore
era
di
dare
risalto
e
fare
pubblicità
all’evento,
alla
fine
è
stata
prodotta
una
relazione “tecnico/finanziaria”, per una visione completa
clicca qui!
1949,
a
ottobre
viene
organizzata
una
visita
guidata
ai
ripetitori
della
Stazione
di
Monte
Radio
di
proprietà
del“Ente
Radio
Trieste”
a
cui
hanno
partecipato
poco
meno
di
venti
soci.
Purtroppo
i
radioamatori
triestini
o
"radianti
triestini"
continuavano
ad
essere
tenuti
sotto
controllo
e
più
volte
subivano
controlli
da
parte
delle
forze
alleate
alle
proprie
stazioni,
e
in
diverse
occasioni
il
Presidente
della
sezione
i1DI
dovette
presentarsi
presso
il
Quartier
generale
delle
Forze
Alleate
per
comunicazioni
che riguardavano gli associati.
fino
il
1952
non
ci
sono
stati
fatti
particolari
da
segnalare,
nel
1951
dal
16-17
giugno
la
sezione
ha
prestato
assistenza
al
giro
Vespistico
"AUDAX"
1000
km
con
partenza
da
Brescia
toccando
le
città:
Treviso,
Trieste,
Bologna,
Milano
e
chiudendo
nuovamente
con
Brescia.
Nel
periodo
che
descriviamo
ci
sono
state
delle
richieste
di
iscrizione
alla
nostra
sezione
di
due
radianti,
uno
da
Monfalcone
e
l'altro
da
Turiacco
in
provincia
di
Gorizia.
In
quel
epoca
i
radianti
triestini
si
lamentavano
per
i
diversi
disturbi
che
dovevano
subire
da
parte
dei
radianti
delle
forze
alleate
che
usavano
apparati
tx
da
800/1000
watt
non
permettendo
agli
OM
triestini
di
svolgere
i
normali
qso
serali
in
quanto
penalizzati
dai
100
watt rispetto ai radianti militari
settembre
1953
i
radianti
triestini
organizzano
il
primo
Field-day
italiano
dal
M.te
Belvedere
al
quale
vi
parteciparono
diversi
radioamatori
triestini
e
alcuni
delle
truppe
alleate,
per
l'occasione
furono
fatte
da
I1YCF
Italo
TEJA
delle
riprese
in
8mm
le
quali
si
possono
visionare
direttamente
da
qui,
(il
filmato
fu
pubblicato
da
Italo
su
Youtube
il
20
marzo
2012)
e,
da
questa
iniziativa,
a
seguire
poi,
per
lunghi
anni
troviamo
come
manager
italiano
di
questa
attività
in
portatile
il
nostro
socio
i1BLF
“Jack”
Venanzio
Mior.
Vedi altre foto!
1954,
attività
radiantistica
già
dai
primi
mesi
molto
intensa,
a
febbraio
e
marzo
si
era
tenuto
il
corso
di
telegrafia
dove
si
prevedevano
anche
esercitazioni
in
aria
precisamente
a
14,345
Kc,
le
stesse
venivano
effettuate
quattro
volte
alla
settimana
dalle
21
alle
22,
in
aprile
un
gruppo
di
OM
partecipava
al
contest
"Relaya"
in
VHF
trasmettendo
in
portatile
da
Santa
Croce
(TS),
poi
ci
sono
state
partecipazioni
anche
ad
altri
contest
in
UHF.
Un
assistenza
al
giro
triestino
del
"Vespa
Club"
e
varie
assistenze
di
gare
di
canottaggio.
Aveva
suscitato
molto
interesse
tra
i
partecipanti
la
visita
presso
gli
impianti
di
trasmissione
e
ricezione
della
locale
stazione
costiera.
Ci
si
preparava
per
il
2°
Field
day
che
avveniva
il
12
settembre
a
Prosecco
dalla
"Vedetta
Italia".
L'undici
dicembre
si
svolsero
gli
esami
con
i
nuovi
criteri,
ai
quali
erano
previsti anche degli esoneri.
Nella foto: i1YCF Italo autore del
cortometraggio (clicca sull’immagine per
ingrandirla)
Ottobre
1954
...il
ritorno
di
Trieste
all'Italia
,
la
situazione
"politica"
a
Trieste
stava
cambiando,
i
giornali
stampati,
e
i
radio
giornali
riportavano
tutti
le
notizie
dell'annessione
di
Trieste,
iniziavano
ad
arrivare
al
segretario
i
primi
telegrammi
di
felicitazioni
per
l'annessione
di
Trieste
all'Italia,
Genova
e
Torino
furono
i
primi,
e
poi
seguirono
altri,
dell'ARI
nazionale...
con
un
mese
di
ritardo,
il
segretario
i1BLF
lo
segnalava
e
fortemente
sottolineava
questo
fatto
in
una
lettera
datata
21
ottobre
1954
indirizzata
alla
Segreteria
Generale
dell'ARI
di
Milano,
dove
successivamente
su
Radio
Rivista
N°
11
e
in
telegramma
il
Presidente
dell'ARI
nazionale
Dr.
Sesia
riflettevano
i
sentimenti
dell'ARI
tutta,
in
occasione
del
ritorno
di
Trieste all'Italia.
Congresso
Nazionale
ARI
a
Trieste
il
10
e
11settembre
1955,
la
sezione
di
Trieste
aveva
ospitato
il
congresso
al
quale
parteciparono
150
radioamatori
di
tutta
Italia
e
simpatizzanti,
erano
presenti
anche
OM
di
San
Marino,
tra
gli
ospiti
la
Sovrintendenza
PPTT
di
Trieste
e
il
Reggente
di
Trieste
Radio,
sono
stati
accolti
per
il
benvenuto
in
municipio,
poi
a
san
Giusto,
congresso
all'aperto
e,
pranzo
sociale
a
Monrupino
(TS)
altipiano
carsico,
pomeriggio
giro
turistico
in
città.
per
l'occasione
vennero
distribuiti diversi souvenir.
Clicca qui per vedere l’Album
Per
concludere...
Dopo
quasi
un
secolo
della
nascita
del
nostro
sodalizio,
a
oggi,
molti
segnali
sono
stati
inviati
nel
etere
dai
radio
appassionati,
radianti
e
radioamatori,
come
oggi
veniamo
definiti,
tra
le
nostre
file
vi
sono
stati
personaggi
che
in
qualche
modo
hanno
contribuito
allo
sviluppo
e
alla
crescita
del
radiantismo
e
non
solo
nella
nostra
città,
una
Trieste
che
da
sempre
é
stata
un
po'
particolare
e
dove
in
molte
occasioni
si
è
trovata
in
qualche modo anche penalizzata.
Oggi
nei
tempi
degli
smartphone,
tablet
o
altre
diavolerie
moderne,
quando
si
ha
la
possibilità
di
fare
radio
con
l’aiuto
del
proprio
personal
computer
e
magari
in
modo
remoto,
oggi
le
nostre
apparecchiature
non
sono
più
come
nel
passato
di
grandi
dimensioni
e
non
necessitano
di
più
elementi
per
allestire
una
stazione
radio
così
togliendoci
di
molto
il
gusto
dell'autocostruzione
in
quanto
il
mercato
d’oggi
ci
offre
apparati
radio
rispetto a ieri di ridottissime dimensioni.
Oggi
nei
tempi
di
internet
dove
il
comune
cittadino
non
ha
problemi
di
come
comunicare,
la
Sezione
Enrico
Davanzo
I1DVO
di
Trieste
può
contare
su
120
soci
e
avviando
sempre
nuove
leve
nel
mondo
dell'etere.
Per
celebrare
la
continuità
dei
propri
100
anni
della
fondazione
dei
"Radianti
Triestini"
si
è
voluto
ricordare
questo
momento
istituendo
il
diploma
"
Radio-Club
di
Trieste,
da 100 anni in aria!
".
di Luigi Popovic - IV3KAS ©
1 settembre 2015
10 febbraio 2023
Bibliografia
Radio Giornale 1/1924
Radio Giornale 1/1946
Radio Rivista 4/1948
ARI 70 anni dalla
fondazione
Archivi di sezione
1946/1955
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il diploma dell’evento;
Radio-Club di Trieste, da 100 anni in aria!
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