...é dal 1923 che i nostri segnali si propagano nell’etere!

Prefazione

...da

quando

sono

diventato

socio

e

radioamatore

avevo

la

curiosità

di

conoscere

la

storia

e

quant’altro

riguardasse

la

“nostra

sezione”,

nel

corso

degli

anni

e

nelle

occasioni

di

incontri

in

sezione

con

le

“memorie

storiche”

(soci

prima

del

1940)

della

sezione

non

ne

ho

avute

molte,

e

nelle

richieste

di

informazioni

le

risposte

non

sempre

erano

chiare

con

la

possibilità

magari

di

verificarle,

mi

sono

ripromesso

così

che

con

il

tempo

avrei

avuto

modo

di

raccogliere

altri

dati

per

metterli

a

disposizione dei soci. Credo che tutti noi nel nostro intimo ad un certo punto della vita abbiamo voluto sapere e/o conoscere le nostre origini!

Dedico

agli

“Arini”

e

ai

soci

della

Sezione

ARI

di

Trieste,

assieme

agli

ex

soci

e

a

tutti

i

visitatori

di

queste

pagine

web

radioamatori,

o

semplici

radio

appassionati

,

la

mia

ricostruzione

affinché

abbiano

l’opportunità

di

venire

a

conoscenza

della

storia

e

delle

vicissitudini

di

questo

sodalizio

con

i

problemi

dei

quali

essi

hanno

dovuto

confrontarsi

e

condividere

nei

primi

anni

della

nascita

e

successivamente

nel

corso

della

II

guerra

mondiale

come

pure

nell’immediato

dopo

guerra.

Nel

racconto

io

partirò

dall’anno

1923

e

proseguirò

fermandomi

alla

metà

degli

anni

‘50,

anche

per

far

conoscere

come

i

radioamatori

di

questa

città

siano

stati

penalizzati

non

potendo

usufruire

delle

frequenze

per

le

varie

sperimentazioni

di

studio

della

radio

stessa,

questo

dovuto

a

tutte

le

peripezie

di

Trieste

dopo

l’ultimo

conflitto.

I

primi

20

anni

sono

stati

difficili

da

ricostruire,

ma

dopo

aver

esaminato

diverse

documentazioni

dell’archivio

ed

essere

venuto

in

possesso

di

altro

materiale

che

riguardava

il

passato

dei

radioamatori

della

sezione

A.D.R.I.

e

poi

A.R.I.

di

Trieste,

ritengo

soddisfacente

il

risultato

raggiunto,

infine

quanto

da

me

raccolto

è

stato

approvato

dal

direttivo (2013/15) affinché sia reso pubblico in queste pagine.

Per

concludere;

a

mio

parere

posso

dire

che

nella

vita

associativa

poco

o

nulla

è

cambiato

nel

tempo,

oggi

a

quasi

un

secolo

di

distanza

i

problemi

sono

molto

simili

a

quelli

di

allora,

l’unica

cosa

cambiata

di

certo

in

questi

cent’anni

sono

le

nostre

apparecchiature,

grandissime

e

di

diversi

chilogrammi

allora,

alle

piccolissime

di

pochi

centimetri quadrati e pochi grammi di oggi, come similmente purtroppo anche i nostri cuori.

Trieste, 14 luglio 2015

Luigi Popovic - IV3KAS ©

il nostro inizio... Agli inizi del primo 900 ci vennero dati diversi appellativi per cui quelli che oggi vengono chiamati radioamatori, all’inizio erano radio sperimentatori, poi radio appassionati, ma soltanto dopo la fine della guerra mondiale, la categoria venne chiamata "RADIANTI", e in tempi più recenti radioamatori. Purtroppo in Italia dopo l'invenzione di Marconi non fu possibile trasmettere da parte degli sperimentatori, in quanto questo "privilegio" era concesso solamente ai militari ed alle poste e telegrafi, addirittura nei primi anni non era permesso nemmeno ricevere, visto che le trasmissioni erano segrete e quindi l'ascolto era assolutamente vietato! Solamente nel 1913 furono concesse le prime autorizzazioni ad installare le prime antenne per la ricezione, ma questa parentesi durò pochissimo tempo solamente tre mesi, purtroppo alle porte c'era già l'aria della grande guerra! Alcuni anni dopo, alla fine del primo conflitto, nel 1921 in Europa iniziarono ad essere attive le prime Broadcasting, con questo evento europeo immediatamente dopo, in Italia furono stabilite da parte dello stato le regole per chi voleva possedere i primi ricevitori e fare i primi ascolti, nel frattempo iniziavano a formarsi i primi Radio Club nell'attesa che giungesse ai dilettanti la concessione per trasmettere. In Italia i primi radiodilettanti a ricevere la concessione a trasmettere furono Giulio Salom il 1 dicembre 1923 con il nominativo i1MT e successivamente il 15 gennaio 1924 a Venezia Adriano Ducati i1ACD, che il 25 gennaio 1924 collegò per la prima volta una stazione degli Stati Uniti U1MO con un'apparecchiatura da lui auto costruita con una potenza di 100 watt e sui 112 metri, (Adriano Ducati e suo fratello Bruno frequentavano l’istituto tecnico Oberdan di Trieste poiché il padre funzionario governativo lavorava a Trieste) . 1923 - Un Radio Club a Trieste, così iniziava un breve articolo sul Radio Giornale numero 1 del 1924 a pag. 24 e proseguiva: Da Trieste riceviamo notizia che è stato fondato un Radio Club con intendimenti eguali ai confratelli nazionali e d’oltralpe e già forte di 150 soci.” Ecco l’elenco della nuova direzione: Presidente Avv. G. Mecozzi; vice- pres. A. Tinta; segretario M. Martelli; cassiere Pilade Basilio; Direttori Zorzenoni, Canz, Pelizzon, dott. Luzzatto, prof. Furlani, ing. Sornig. Aprile 1924 una mostra della Radio a Trieste, da poco costituitosi il Radio Club organizzava un esposizione di radiotelegrafia sia dei dilettanti che dell’industria, allo scopo di far diffondere e conoscere la radiotecnica. Per l’occasione venne istituita una speciale commissione che aveva lo scopo di controllare il perfetto funzionamento degli apparecchi e verificare se erano completi degli schemi, inoltre gli organizzatori registravano tutti gli apparecchi presenti con le principali caratteristiche. In seguito alcuni soci in più occasioni hanno collaborato con il Radio Giornale, inviando articoli e progetti vari. Erano già molti nel 1924 i soci della sezione triestina che aderirono alla neo costituita A.D.R.I. Associazione Dilettanti Radiotecnici Italiani con sede a Milano, in seguito nel 1926 l’A.D.R.I. si fondeva con R.C.N.I. Radio Club Nazionale Italiano che aveva come presidente onorario il Sen. Guglielmo Marconi, così da questa fusione il 1 gennaio 1927 nasceva l’A.R.I. Associazione Radiotecnica Italiana e con la fusione delle due associazioni il Radio Giornale diviene l’organo ufficiale dell’A.R.I., da ricordare che Guido Nardini i1DI socio del Radio Club di Trieste è stato un “socio fondatore” dell’A.R.I.. Il delegato provinciale della sezione di Trieste fu Forti Carlo i1FC e alcuni mesi dopo lo sostituiva i1DI Guido Nardini, lo scopo di queste nomine era anche quello di coordinare le varie attività dei “radianti triestini” , di curare gli interessi dei soci tramite la A.R.I. nazionale e il Governo per il rilascio di nuove licenze, oltre che per aumentare la cultura scientifica dei soci sulle varie attività radiantistiche di ogni angolo della terra. Nei nostri archivi la documentazione della vita associativa che va dalla sua nascita nel 1923 al 1943,di questo periodo purtroppo si sono perse le tracce del radiantismo triestino (magari forse a casa di qualche erede si troverà ancora qualcosa, ma i nuovi proprietari probabilmente non sono a conoscenza del “valore storico” di questi documenti). Purtroppo la gran parte di questa “perdita” è dovuta agli avvenimenti accaduti dopo l’8 settembre del 1943, immediatamente dopo questa data l’A.R.I. nazionale sospese tutte le sue attività compresa la pubblicazione del ”Il Radio Giornale”, il presidente i1RG Montù per sfuggire ai bombardamenti si trasferì sul lago di Como, ma anche per sottrarsi alla polizia tedesca, che era molto “esigente” e che lo perseguitava in quanto loro volevano che venissero consegnati gli elenchi di tutti i soci, prevedendo tutto ciò egli li anticipava bruciando tutta la documentazione dei Soci A.R.I. e la stessa cosa provvedevano a fare le altre sezioni in Italia. Dopo i gravi decisivi eventi la sezione A.R.I. di Trieste il 10 dicembre 1945 rivide nuovamente la luce, nelle pagine del “Il Radio Giornale” nel 1 di gennaio/febbraio 1946 nella rubrica “Dalle Sezioni”scriveva così: TRIESTE ~ Il 10 dicembre 1945 si sono riuniti 21 soci della ARI i quali hanno deciso la costituzione di una Sezione Triestina della ARI. A Presidente della Sezione è stato eletto il sig. Walter Horn i1MK. Come illustrato (vedi qui sopra) nell’editoriale nel Radio Giornale 1/1946; Walter Hom (Trieste.) che per aver diretto un movimento insurrezionale giuliano da cui originò l'E.C.I.A.C., fu arrestato e deferito al Tribunale Speciale, internato all’ Aquila, ed inviato poi ad una compagnia di disciplina in Grecia da cui evase per arruolarsi nell'Ellas, poi catturato dai Tedeschi nel 1944 e internato nel KZ-Lager Mauthaus. Dopo la guerra insegnò presso l’istituto A. Volta a Trieste, collaborò anche con il QST, uno dei suoi articoli “A High-Precision Permeability-Tuned VFO”, QST July 1964. Un’altro socio da ricordare è Paolo Padovani i1MJ già delegato provinciale dell’A.R.I. per la sezione di Trieste prima dello scoppio della II guerra mondiale, sempre sullo stesso numero ricordava così: Paolo Padovani che fece funzionare una radiostazione clandestina a Roma per i collegamenti col Sud e con le bande del Lazio. Nel numero 3/1946 del “Radio Giornale” scriveva: Il consocio Ten. Villi Claudio della Sezione Trieste, comandante di un reparto indiano dell'VIII Armata nella campagna d’Italia, è stato in questi giorni proposto per la Medaglia d'oro al Valor Militare, per meriti di guerra. Come andava a Trieste ; la situazione radiantistica in Italia in qualche modo andava normalizzandosi e il Governo Italiano su pressioni dell’A.R.I. nazionale era intenzionato a dare delle licenze provvisorie, ma nel Congresso A.R.I. del dopo guerra, avvenuto il 20-21 settembre 1946 dove era presente anche la sezione di Trieste con il presidente e altri tre rappresentanti, Horn, Nardini, Camauli e Ortensio, nel O.d.G. c’era il punto delle licenze provvisorie, ma l’assemblea dava un voto contrario a questa possibilità, pertanto venne deliberato di attendere l’uscita del decreto ministeriale definitivo. Alcuni mesi dopo le prime licenze venivano ripristinate, e in mancanza di documentazioni come già indicato sopra il ministero consegnava una cinquantina di licenze in parti eguali tra i soci delle due associazioni, A.R.I. e R.C.I. le quali in qualche modo fungevano anche da “garanti”. A Trieste purtroppo la situazione era ben diversa e le decisioni prese in Italia sul tema delle licenze radioamatoriali non toccava minimamente i radianti triestini, in quanto l’interlocutore per Trieste era esclusivamente il G.M.A. Governo Militare Alleato. Nei confronti degli O.M triestini vi erano continue perquisizioni e varie restrizioni, il 30 novembre 1946 arrivava da parte del Governo Militare Alleato il divieto dell’esercizio di tutte le radio-stazioni dilettantistiche nella Venezia Giulia, purtroppo a nulla valsero i continui contatti con l’A.I.S. e G.M.A. da parte del presidente Horn i1MK e del segretario Candussi i1ML portando a casa scarsissimi risultati, il 6 dicembre 1946 ambedue davano le dimissioni dalle loro cariche e sottolineavano: “Rimaniamo tuttavia soci indipendenti dell’A.R.I., alla quale ci sentiamo da molti anni legati, e ci auguriamo che questa situazione migliori... ecc.”. Comunque continuavano con grande fatica i colloqui con il responsabile delle telecomunicazioni il “Major Hayward” T e l e c o m m u n i c a t i o n s Office A.M.G. Trieste, e in aprile del 1947 la sezione di Trieste stilava uno schema di regolamento per la concessione di licenze radiantistiche e le presentava agli uffici del G.M.A.. Dopo 2 anni di interminabili trattative con il Governo Militare Alleato, finalmente a maggio del 1948 erano arrivate le prime 9 a u t o r i z z a z i o n i provvisorie (da notare che questi soci avevano già precedentemente la licenza italiana), nel contempo all’interno della sezione si costituiva anche su invito delle autorità delle Telecomunicazioni del Governo Militare Alleato, il “GRUPPO RADIANTI TRIESTINI”, così da agevolare le nuove autorizzazioni lo statuto e il regolamento venivano presentati a meta agosto ai soci, lo scopo della nascita di questo gruppo era anche quello di contrastare l’iniziativa di un gruppo di dissidenti locali, cioè A.R.A.T. Associazione Radio Amatori Triestini. Ad ogni modo le licenze erano provvisorie ed avevano la durata di un
mese rinnovabili, autorizzato a ritirarle presso l’ufficio preposto del G.M.A. era solamente un socio della sezione indicato e delegato dal presidente della sezione ARI di Trieste/Gruppo Radianti Triestini. Dal16 al 30 settembre 1948 la sezione ha partecipato presso la stazione marittima alla “Fiera Internazionale di Trieste” nello stand denominato “Stand ARI” ospitati negli spazio del negozio triestino “Radio Sponza” laddove il proprietario era socio della sezione, in questo stand c’erano progetti dei soci della sezione, auto- costruzioni, trasmettitori, VFO, ricevitori ed altro. Al castello di San Giusto veniva installato un ripetitore di 20 watt a 59,320 MHz controllato a cristallo e lo scopo di questo ripetitore era di dare risalto e fare pubblicità all’evento, alla fine è stata prodotta una relazione “tecnico/finanziaria”, per una visione completa clicca qui! 1949, a ottobre viene organizzata una visita guidata ai ripetitori della Stazione di Monte Radio di proprietà del“Ente Radio Trieste” a cui hanno partecipato poco meno di venti soci. Purtroppo i radioamatori triestini o "radianti triestini" continuavano ad essere tenuti sotto controllo e più volte subivano controlli da parte delle forze alleate alle proprie stazioni, e in diverse occasioni il Presidente della sezione i1DI dovette presentarsi presso il Quartier generale delle Forze Alleate per comunicazioni che riguardavano gli associati. fino il 1952 non ci sono stati fatti particolari da segnalare, nel 1951 dal 16-17 giugno la sezione ha prestato assistenza al giro Vespistico "AUDAX" 1000 km con partenza da Brescia toccando le città: Treviso, Trieste, Bologna, Milano e chiudendo nuovamente con Brescia. Nel periodo che descriviamo ci sono state delle richieste di iscrizione alla nostra sezione di due radianti, uno da Monfalcone e l'altro da Turiacco in provincia di Gorizia. In quel epoca i radianti triestini si lamentavano per i diversi disturbi che dovevano subire da parte dei radianti delle forze alleate che usavano apparati tx da 800/1000 watt non permettendo agli OM triestini di svolgere i normali qso serali in quanto penalizzati dai 100 watt rispetto ai radianti militari settembre 1953 i radianti triestini organizzano il primo Field-day italiano dal M.te Belvedere al quale vi parteciparono diversi radioamatori triestini e alcuni delle truppe alleate, per l'occasione furono fatte da I1YCF Italo TEJA delle riprese in 8mm le quali si possono visionare direttamente da qui, (il filmato fu pubblicato da Italo su Youtube il 20 marzo 2012) e, da questa iniziativa, a seguire poi, per lunghi anni troviamo come manager italiano di questa attività in portatile il nostro socio i1BLF “Jack” Venanzio Mior. Vedi altre foto! 1954, attività radiantistica già dai primi mesi molto intensa, a febbraio e marzo si era tenuto il corso di telegrafia dove si prevedevano anche esercitazioni in aria precisamente a 14,345 Kc, le stesse venivano effettuate quattro volte alla settimana dalle 21 alle 22, in aprile un gruppo di OM partecipava al contest "Relaya" in VHF trasmettendo in portatile da Santa Croce (TS), poi ci sono state partecipazioni anche ad altri contest in UHF. Un assistenza al giro triestino del "Vespa Club" e varie assistenze di gare di canottaggio. Aveva suscitato molto interesse tra i partecipanti la visita presso gli impianti di trasmissione e ricezione della locale stazione costiera. Ci si preparava per il Field day che avveniva il 12 settembre a Prosecco dalla "Vedetta Italia". L'undici dicembre si svolsero gli esami con i nuovi criteri, ai quali erano previsti anche degli esoneri. Nella foto: i1YCF Italo autore del cortometraggio (clicca sull’immagine per ingrandirla) Ottobre 1954 ...il ritorno di Trieste all'Italia , la situazione "politica" a Trieste stava cambiando, i giornali stampati, e i radio giornali riportavano tutti le notizie dell'annessione di Trieste, iniziavano ad arrivare al segretario i primi telegrammi di felicitazioni per l'annessione di Trieste all'Italia, Genova e Torino furono i primi, e poi seguirono altri, dell'ARI nazionale... con un mese di ritardo, il segretario i1BLF lo segnalava e fortemente sottolineava questo fatto in una lettera datata 21 ottobre 1954 indirizzata alla Segreteria Generale dell'ARI di Milano, dove successivamente su Radio Rivista 11 e in telegramma il Presidente dell'ARI nazionale Dr. Sesia riflettevano i sentimenti dell'ARI tutta, in occasione del ritorno di Trieste all'Italia. Congresso Nazionale ARI a Trieste il 10 e 11settembre 1955, la sezione di Trieste aveva ospitato il congresso al quale parteciparono 150 radioamatori di tutta Italia e simpatizzanti, erano presenti anche OM di San Marino, tra gli ospiti la Sovrintendenza PPTT di Trieste e il Reggente di Trieste Radio, sono stati accolti per il benvenuto in municipio, poi a san Giusto, congresso all'aperto e, pranzo sociale a Monrupino (TS) altipiano carsico, pomeriggio giro turistico in città. per l'occasione vennero distribuiti diversi souvenir. Clicca qui per vedere l’Album Per concludere... Dopo quasi un secolo della nascita del nostro sodalizio, a oggi, molti segnali sono stati inviati nel etere dai radio appassionati, radianti e radioamatori, come oggi veniamo definiti, tra le nostre file vi sono stati personaggi che in qualche modo hanno contribuito allo sviluppo e alla crescita del radiantismo e non solo nella nostra città, una Trieste che da sempre é stata un po' particolare e dove in molte occasioni si è trovata in qualche modo anche penalizzata. Oggi nei tempi degli smartphone, tablet o altre diavolerie moderne, quando si ha la possibilità di fare radio con l’aiuto del proprio personal computer e magari in modo remoto, oggi le nostre apparecchiature non sono più come nel passato di grandi dimensioni e non necessitano di più elementi per allestire una stazione radio così togliendoci di molto il gusto dell'autocostruzione in quanto il mercato d’oggi ci offre apparati radio rispetto a ieri di ridottissime dimensioni. Oggi nei tempi di internet dove il comune cittadino non ha problemi di come comunicare, la Sezione Enrico Davanzo I1DVO di Trieste può contare su 120 soci e avviando sempre nuove leve nel mondo dell'etere. Per celebrare la continuità dei propri 100 anni della fondazione dei "Radianti Triestini" si è voluto ricordare questo momento istituendo il diploma " Radio-Club di Trieste, da 100 anni in aria! ". di Luigi Popovic - IV3KAS © 1 settembre 2015 10 febbraio 2023 Bibliografia Radio Giornale 1/1924 Radio Giornale 1/1946 Radio Rivista 4/1948 ARI 70 anni dalla fondazione Archivi di sezione 1946/1955 Non   è   permesso copiare in parte o totalmente quanto pubblicato in questa pagina (o nelle pagine allegate) oppure linkare senza l'autorizzazione scritta dell'autore.
Ricevuta del modulo di iscrizione nel 1924 del Radio Club Trieste
Le richieste mensili per le licenze provisorie GMA dopo il '48 La Provincia di Trieste nel 1923 Lista soci A.R.I. nel 1948 con licenza TLT Brochure "Fiera Internazionale di Trieste - Stand A.R.I. Trieste sett. 1948"
Percorso vespistico trofeo "Citta di Trieste" 16 maggio 1954
I1YCF Italo alle prese con un apparato portatile americano anche chiamato "banana" modificato per uso radioamatoriale I1YCF Italo alle prese con un apparato portatile americano anche chiamato "banana" modificato per uso radioamatoriale
il diploma dell’evento; Radio-Club di Trieste, da 100 anni in aria!
Logo dell’evento
©
A.R.I. Associazione Radioamatori Italiani
Sezione di Trieste OdV - Enrico Davanzo (I1DVO)

...e dal 1923 che i nostri segnali si propagano nell’etere!

il nostro inizio... Agli inizi del primo 900 ci vennero dati diversi appellativi per cui quelli che oggi vengono chiamati radioamatori, all’inizio erano radio sperimentatori, poi radio appassionati, ma soltanto dopo la fine della guerra mondiale, la categoria venne chiamata "RADIANTI", e in tempi più recenti radioamatori. Purtroppo in Italia dopo l'invenzione di Marconi non fu possibile trasmettere da parte degli sperimentatori, in quanto questo "privilegio" era concesso solamente ai militari ed alle poste e telegrafi, addirittura nei primi anni non era permesso nemmeno ricevere, visto che le trasmissioni erano segrete e quindi l'ascolto era assolutamente vietato! Solamente nel 1913 furono concesse le prime autorizzazioni ad installare le prime antenne per la ricezione, ma questa parentesi durò pochissimo tempo solamente tre mesi, purtroppo alle porte c'era già l'aria della grande guerra! Alcuni anni dopo, alla fine del primo conflitto, nel 1921 in Europa iniziarono ad essere attive le prime Broadcasting, con questo evento europeo immediatamente dopo, in Italia furono stabilite da parte dello stato le regole per chi voleva possedere i primi ricevitori e fare i primi ascolti, nel frattempo iniziavano a formarsi i primi Radio Club nell'attesa che giungesse ai dilettanti la concessione per trasmettere. In Italia i primi radiodilettanti a ricevere la concessione a trasmettere furono Giulio Salom il 1 dicembre 1923 con il nominativo i1MT e successivamente il 15 gennaio 1924 a Venezia Adriano Ducati i1ACD, che il 25 gennaio 1924 collegò per la prima volta una stazione degli Stati Uniti U1MO con un'apparecchiatura da lui auto costruita con una potenza di 100 watt e sui 112 metri, (Adriano Ducati e suo fratello Bruno frequentavano l’istituto tecnico Oberdan di Trieste poiché il padre funzionario governativo lavorava a Trieste) . 1923 - Un Radio Club a Trieste, così iniziava un breve articolo sul Radio Giornale numero 1 del 1924 a pag. 24 e proseguiva: Da Trieste riceviamo notizia che è stato fondato un Radio Club con intendimenti eguali ai confratelli nazionali e d’oltralpe e già forte di 150 soci. Ecco l’elenco della nuova direzione: Presidente Avv. G. Mecozzi; vice-pres. A. Tinta; segretario M. Martelli; cassiere Pilade Basilio; Direttori Zorzenoni, Canz, Pelizzon, dott. Luzzatto, prof. Furlani, ing. Sornig. Aprile 1924 una mostra della Radio a Trieste, da poco costituitosi il Radio Club organizzava un esposizione di radiotelegrafia sia dei dilettanti che dell’industria, allo scopo di far diffondere e conoscere la radiotecnica. Per l’occasione venne istituita una speciale commissione che aveva lo scopo di controllare il perfetto funzionamento degli apparecchi e verificare se erano completi degli schemi, inoltre gli organizzatori registravano tutti gli apparecchi presenti con le principali caratteristiche. In seguito alcuni soci in più occasioni hanno collaborato con il Radio Giornale, inviando articoli e progetti vari. Erano già molti nel 1924 i soci della sezione triestina che aderirono alla neo costituita A.D.R.I. Associazione Dilettanti Radiotecnici Italiani con sede a Milano, in seguito nel 1926 l’A.D.R.I. si fondeva con R.C.N.I. Radio Club Nazionale Italiano che aveva come presidente onorario il Sen. Guglielmo Marconi, così da questa fusione il 1 gennaio 1927 nasceva l’A.R.I. Associazione Radiotecnica Italiana e con la fusione delle due associazioni il Radio Giornale diviene l’organo ufficiale dell’A.R.I., da ricordare che Guido Nardini i1DI socio del Radio Club di Trieste è stato un “socio fondatore” dell’A.R.I.. Il delegato provinciale della sezione di Trieste fu Forti Carlo i1FC e alcuni mesi dopo lo sostituiva i1DI Guido Nardini, lo scopo di queste nomine era anche quello di coordinare le varie attività dei “radianti triestini” , di curare gli interessi dei soci tramite la A.R.I. nazionale e il Governo per il rilascio di nuove licenze ,oltre che per aumentare la cultura scientifica dei soci sulle varie attività radiantistiche di ogni angolo della terra. Nei nostri archivi la documentazione della vita associativa che va dalla sua nascita nel 1923 al 1943,di questo periodo purtroppo si sono perse le tracce del radiantismo triestino (magari forse a casa di qualche erede si troverà ancora qualcosa, ma i nuovi proprietari probabilmente non sono a conoscenza del “valore storico” di questi documenti). Purtroppo la gran parte di questa “perdita” è dovuta agli avvenimenti accaduti dopo l’8 settembre del 1943, immediatamente dopo questa data l’A.R.I. nazionale sospese tutte le sue attività compresa la pubblicazione del ”Il Radio Giornale”, il presidente i1RG Montù per sfuggire ai bombardamenti si trasferì sul lago di Como, ma anche per sottrarsi alla polizia tedesca, che era molto “esigente” e che lo perseguitava in quanto loro volevano che venissero consegnati gli elenchi di tutti i soci, prevedendo tutto ciò egli li anticipava bruciando tutta la documentazione dei Soci A.R.I. e la stessa cosa provvedevano a fare le altre sezioni in Italia. Dopo i gravi decisivi eventi la sezione A.R.I. di Trieste il 10 dicembre 1945 rivide nuovamente la luce, nelle pagine del “Il Radio Giornale” nel 1 di gennaio/febbraio 1946 nella rubrica “Dalle Sezioni”scriveva così: TRIESTE ~ Il 10 dicembre 1945 si sono riuniti 21 soci della ARI i quali hanno deciso la costituzione di una Sezione Triestina della ARI. A Presidente della Sezione è stato eletto il sig. Walter Horn i1MK. Come illustrato (vedi qui a fianco) nell’editoriale nel Radio Giornale 1/1946; Walter Hom (Trieste.) che per aver diretto un movimento insurrezionale giuliano da cui originò l'E.C.I.A.C., fu arrestato e deferito al Tribunale Speciale, internato all’ Aquila, ed inviato poi ad una compagnia di disciplina in Grecia da cui evase per arruolarsi nell'Ellas, poi catturato dai Tedeschi nel 1944 e internato nel KZ-Lager Mauthaus. Dopo la guerra insegnò presso l’istituto A. Volta a Trieste, collaborò anche con il QST, uno dei suoi articoli “A High-Precision Permeability-Tuned VFO”, QST July 1964. Un’altro socio da ricordare è Paolo Padovani i1MJ già delegato provinciale dell’A.R.I. per la sezione di Trieste prima dello scoppio della II guerra mondiale, sempre sullo stesso numero ricordava così: Paolo Padovani che fece funzionare una radiostazione clandestina a Roma per i collegamenti col Sud e con le bande del Lazio. Nel numero 3/1946 del “Radio Giornale” scriveva: Il consocio Ten. Villi Claudio della Sezione Trieste, comandante di un reparto indiano dell'VIII Armata nella campagna d’Italia, è stato in questi giorni proposto per la Medaglia d'oro al Valor Militare, per meriti di guerra. Come andava a Trieste ; la situazione radiantistica in Italia in qualche modo andava normalizzandosi e il Governo Italiano su pressioni dell’A.R.I. nazionale era intenzionato a dare delle licenze provvisorie, ma nel Congresso A.R.I. del dopo guerra, avvenuto il 20-21 settembre 1946 dove era presente anche la sezione di Trieste con il presidente e altri tre rappresentanti, Horn, Nardini, Camauli e Ortensio, nel O.d.G. c’era il punto delle licenze provvisorie, ma l’assemblea dava un voto contrario a questa possibilità, pertanto venne deliberato di attendere l’uscita del decreto ministeriale definitivo. Alcuni mesi dopo le prime licenze venivano ripristinate, e in mancanza di documentazioni come già indicato sopra il ministero consegnava una cinquantina di licenze in parti eguali tra i soci delle due associazioni, A.R.I. e R.C.I. le quali in qualche modo fungevano anche da “garanti”. A Trieste purtroppo la situazione era ben diversa e le decisioni prese in Italia sul tema delle licenze radioamatoriali non toccava minimamente i radianti triestini, in quanto l’interlocutore per Trieste era esclusivamente il G.M.A. Governo Militare Alleato. Nei confronti degli O.M triestini vi erano continue perquisizioni e varie restrizioni, il 30 novembre 1946 arrivava da parte del Governo Militare Alleato il divieto dell’esercizio di tutte le radio-stazioni dilettantistiche nella Venezia Giulia, purtroppo a nulla valsero i continui contatti con l’A.I.S. e G.M.A. da parte del presidente Horn i1MK e del segretario Candussi i1ML portando a casa scarsissimi risultati, il 6 dicembre 1946 ambedue davano le dimissioni dalle loro cariche e sottolineavano: “Rimaniamo tuttavia soci indipendenti dell’A.R.I., alla quale ci sentiamo da molti anni legati, e ci auguriamo che questa situazione migliori... ecc.”. Comunque continuavano con grande fatica i colloqui con il responsabile delle telecomunicazioni il “Major Hayward” Telecommunications Office A.M.G. Trieste, e in aprile del 1947 la sezione di Trieste stilava uno schema di regolamento per la concessione di licenze radiantistiche e le presentava agli uffici del G.M.A.. Dopo 2 anni di interminabili trattative con il Governo Militare Alleato, finalmente a maggio del 1948 erano arrivate le prime 9 autorizzazioni provvisorie (da notare che questi soci avevano già precedentemente la licenza italiana), nel contempo all’ interno della sezione si costituiva anche su invito delle autorità delle Telecomunicazioni del Governo Militare Alleato, il “GRUPPO RADIANTI TRIESTINI”, così da agevolare le nuove autorizzazioni lo statuto e il regolamento venivano presentati a meta agosto ai soci, lo scopo della nascita di questo gruppo era anche quello di contrastare l’iniziativa di un gruppo di dissidenti locali, cioè A.R.A.T. Associazione Radio Amatori Triestini. Ad ogni modo le licenze erano provvisorie ed avevano la durata di un mese rinnovabili, autorizzato a ritirarle presso l’ufficio preposto del G.M.A. era solamente un socio della sezione indicato e delegato dal presidente della sezione ARI di Trieste/Gruppo Radianti Triestini. Dal16 al 30 settembre 1948 la sezione ha partecipato presso la stazione marittima alla “Fiera Internazionale di Trieste” nello stand denominato “Stand ARI” ospitati negli spazio del negozio triestino “Radio Sponza” laddove il proprietario era socio della sezione, in questo stand c’ erano progetti dei soci della sezione, auto-costruzioni, trasmettitori, VFO, ricevitori ed altro. Al castello di San Giusto veniva installato un ripetitore di 20 watt a 59,320 MHz e lo scopo di questo ripetitore era di dare risalto e fare pubblicità all’evento, alla fine è stata prodotta una relazione “tecnico/finanziaria”, per una visione completa clicca qui! 1949, a ottobre viene organizzata una visita guidata ai ripetitori della Stazione di Monte Radio di proprietà del “Ente Radio Trieste” a cui hanno partecipato poco meno di venti soci. Purtroppo i radioamatori triestini o "radianti triestini" continuavano ad essere tenuti sotto controllo e più volte subivano controlli da parte delle forze alleate alle proprie stazioni, e in diverse occasioni il Presidente della sezione i1DI dovette presentarsi presso il Quartier generale delle Forze Alleate per comunicazioni che riguardavano gli associati. fino il 1952 non ci sono stati fatti particolari da segnalare, nel 1951 dal 16-17 giugno la sezione ha prestato assistenza al giro Vespistico "AUDAX" 1000 km con partenza da Brescia toccando le città: Treviso, Trieste, Bologna, Milano e chiudendo nuovamente con Brescia. Nel periodo che descriviamo ci sono state delle richieste di iscrizione alla nostra sezione di due radianti, uno da Monfalcone e l'altro da Turiacco in provincia di Gorizia. In quel epoca i radianti triestini si lamentavano per i diversi disturbi che dovevano subire da parte dei radianti delle forze alleate che usavano apparati tx da 800/1000 watt non permettendo agli OM triestini di svolgere i normali qso serali in quanto penalizzati dai 100 watt rispetto ai radianti militari settembre 1953 i radianti triestini organizzano il primo Field-day italiano dal M.te Belvedere al quale vi parteciparono diversi radioamatori triestini e alcuni delle truppe alleate, per l'occasione furono fatte da I1YCF Italo TEJA delle riprese in 8mm le quali si possono visionare direttamente da qui, (il filmato fu pubblicato da Italo su Youtube il 20 marzo 2012) e, da questa iniziativa, a seguire poi, per lunghi anni troviamo come manager italiano di questa attività in portatile il nostro socio i1BLF “Jack” Venanzio Mior. Vedi altre foto! 1954, attività radiantistica già dai primi mesi molto intensa, a febbraio e marzo si era tenuto il corso di telegrafia dove si prevedevano anche esercitazioni in aria precisamente a 14,345 Kc, le stesse venivano effettuate quattro volte alla settimana dalle 21 alle 22, in aprile un gruppo di OM partecipava al contest "Relaya" in VHF trasmettendo in portatile da Santa Croce (TS), poi ci sono state partecipazioni anche ad altri contest in UHF. Un assistenza al giro triestino del "Vespa Club" e varie assistenze di gare di canottaggio. Aveva suscitato molto interesse tra i partecipanti la visita presso gli impianti di trasmissione e ricezione della locale stazione costiera. Ci si preparava per il Field day che avveniva il 12 settembre a Prosecco dalla "Vedetta Italia". L'undici dicembre si svolsero gli esami con i nuovi criteri, ai quali erano previsti anche degli esoneri. Nella foto: i1YCF Italo autore del cortometraggio (clicca sull’immagine per ingrandirla) Ottobre 1954 ...il ritorno di Trieste all'Italia , la situazione "politica" a Trieste stava cambiando, i giornali stampati, e i radio giornali riportavano tutti le notizie dell'annessione di Trieste, iniziavano ad arrivare al segretario i primi telegrammi di felicitazioni per l'annessione di Trieste all'Italia, Genova e Torino furono i primi, e poi seguirono altri, dell'ARI nazionale... con un mese di ritardo, il segretario i1BLF lo segnalava e fortemente sottolineava questo fatto in una lettera datata 21 ottobre 1954 indirizzata alla Segreteria Generale dell'ARI di Milano, dove successivamente su Radio Rivista 11 e in telegramma il Presidente dell'ARI nazionale Dr. Sesia riflettevano i sentimenti dell'ARI tutta, in occasione del ritorno di Trieste all'Italia. Congresso Nazionale ARI a Trieste il 10 e 11settembre 1955, la sezione di Trieste aveva ospitato il congresso al quale parteciparono 150 radioamatori di tutta Italia e simpatizzanti, erano presenti anche OM di San Marino, tra gli ospiti la Sovrintendenza PPTT di Trieste e il Reggente di Trieste Radio, sono stati accolti per il benvenuto in municipio, poi a san Giusto, congresso all'aperto e, pranzo sociale a Monrupino (TS) altipiano carsico, pomeriggio giro turistico in città. per l'occasione vennero distribuiti diversi souvenir. Clicca qui per vedere l’Album Per concludere... Dopo quasi un secolo della nascita del nostro sodalizio, a oggi, molti segnali sono stati inviati nel etere dai radio appassionati, radianti e radioamatori, come oggi veniamo definiti, tra le nostre file vi sono stati personaggi che in qualche modo hanno contribuito allo sviluppo e alla crescita del radiantismo e non solo nella nostra città, una Trieste che da sempre é stata un po' particolare e dove in molte occasioni si è trovata in qualche modo anche penalizzata. Oggi nei tempi degli smartphone, tablet o altre diavolerie moderne, quando si ha la possibilità di fare radio con l’aiuto del proprio personal computer e magari in modo remoto, oggi le nostre apparecchiature non sono più come nel passato di grandi dimensioni e non necessitano di più elementi per allestire una stazione radio così togliendoci di molto il gusto dell'autocostruzione in quanto il mercato d’oggi ci offre apparati radio rispetto a ieri di ridottissime dimensioni. Oggi nei tempi di internet dove il comune cittadino non ha problemi di come comunicare, la Sezione Enrico Davanzo I1DVO di Trieste può contare su 120 soci e avviando sempre nuove leve nel mondo dell'etere. Per celebrare la continuità dei propri 100 anni della fondazione dei "Radianti Triestini" si è voluto ricordare questo momento istituendo il diploma " Radio-Club di Trieste, da 100 anni in aria! ". di Luigi Popovic - IV3KAS © 1 settembre 2015 10 febbraio 2023 Bibliografia Radio Giornale 1/1924 Radio Giornale 1/1946 Radio Rivista 4/1948 ARI 70 anni dalla fondazione Archivi di sezione 1946/1955 Non    è    permesso copiare in parte o totalmente quanto pubblicato in questa pagina (o nelle pagine allegate) oppure linkare senza l'autorizzazione scritta dell'autore .

Prefazione

...da

quando

sono

diventato

socio

e

radioamatore

avevo

la

curiosità

di

conoscere

la

storia

e

quant’altro

riguardasse

la

“nostra

sezione”,

nel

corso

degli

anni

e

nelle

occasioni

di

incontri

in

sezione

con

le

“memorie

storiche”

(soci

prima

del

1940)

della

sezione

non

ne

ho

avute

molte,

e

nelle

richieste

di

informazioni

le

risposte

non

sempre

erano

chiare

con

la

possibilità

magari

di

verificarle,

mi

sono

ripromesso

così

che

con

il

tempo

avrei

avuto

modo

di

raccogliere

altri

dati

per

metterli

a

disposizione

dei

soci.

Credo

che

tutti

noi

nel

nostro

intimo

ad

un

certo

punto

della

vita

abbiamo

voluto

sapere

e/o

conoscere le nostre origini!

Dedico

agli

“Arini”

e

ai

soci

della

Sezione

ARI

di

Trieste,

assieme

agli

ex

soci

e

a

tutti

i

visitatori

di

queste

pagine

web

radioamatori,

o

semplici

radio

appassionati

,

la

mia

ricostruzione

affinché

abbiano

l’opportunità

di

venire

a

conoscenza

della

storia

e

delle

vicissitudini

di

questo

sodalizio

con

i

problemi

dei

quali

essi

hanno

dovuto

confrontarsi

e

condividere

nei

primi

anni

della

nascita

e

successivamente

nel

corso

della

II

guerra

mondiale

come

pure

nell’immediato

dopo

guerra.

Nel

racconto

io

partirò

dall’anno

1923

e

proseguirò

fermandomi

alla

metà

degli

anni

‘50,

anche

per

far

conoscere

come

i

radioamatori

di

questa

città

siano

stati

penalizzati

non

potendo

usufruire

delle

frequenze

per

le

varie

sperimentazioni

di

studio

della

radio

stessa,

questo

dovuto

a

tutte

le

peripezie

di

Trieste

dopo

l’ultimo

conflitto.

I

primi

20

anni

sono

stati

difficili

da

ricostruire,

ma

dopo

aver

esaminato

diverse

documentazioni

dell’archivio

ed

essere

venuto

in

possesso

di

altro

materiale

che

riguardava

il

passato

dei

radioamatori

della

sezione

A.D.R.I.

e

poi

A.R.I.

di

Trieste,ritengo

soddisfacente

il

risultato

raggiunto,

infine

quanto

da

me

raccolto

è

stato

approvato

dal

direttivo

(2013/15

affinché

sia

reso

pubblico

in

queste pagine.

Per

concludere;

a

mio

parere

posso

dire

che

nella

vita

associativa

poco

o

nulla

è

cambiato

nel

tempo,

oggi

a

quasi

un

secolo

di

distanza

i

problemi

sono

molto

simili

a

quelli

di

allora,

l’unica

cosa

cambiata

di

certo

in

questi

cent’anni

sono

le

nostre

apparecchiature,

grandissime

e

di

diversi

chilogrammi

allora,

alle

piccolissime

di

pochi

centimetri

quadrati

e

pochi

grammi

di

oggi,

come

similmente

purtroppo

anche

i

nostri cuori .

Trieste, 14 luglio 2015

Luigi Popovic - IV3KAS ©

La Provincia di Trieste nel 1923
Ricevuta del modulo di iscrizione nel 1924 del Radio Club Trieste
Lista soci A.R.I. nel 1948 con licenza TLT Le richieste mensili per le licenze provisorie GMA dopo il '48 Brochure "Fiera Internazionale di Trieste - Stand A.R.I. Trieste sett. 1948" Percorso vespistico trofeo "Citta di Trieste" 16 maggio 1954
I1YCF Italo alle prese con un apparato portatile americano anche chiamato "banana" modificato per uso radioamatoriale
Logodell’evento
il diploma dell’evento; Radio-Club di Trieste, da 100 anni in aria!
A.R.I. Associazione Radioamatori Italiani
Sezione di Trieste OdV - Enrico Davanzo (I1DVO)
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